Non è mai facile parlare del proprio lavoro, perché si rischia di cadere nella retorica oppure in luoghi comuni.
Anni fa ho fatto la scelta di mettermi in proprio, mettendo in piedi una realtà aziendale con l'intento di abbinare le mia capacità professionali, con le mie passioni: surf, snow, skate.
Cercando una prospettiva "esterna", la cosa esaltante è quello di vedere una realtà che seppur piccola nel giro di pochi anni sta piano piano prendendo piede.
Non ho l'ambizione di diventare "ricco", semmai il mio sogno è quello di vedere questa realtà crescere, coinvolgere sempre più persone nel suo processo operativo, avere i conti a posto e se possibile togliermi qualche soddisfazione.
Il 2009 è stato un anno sicuramente molto particolare, sotti tutti i punti di vista.
Mi è nata una figlia e più o meno in contemporanea ho avuto una grave defiance fisica.
Beh questo piccolo essere, che di per se è uno sconvolgimento notevole nella vita di due persone, si sta rivelando come lo stimolo maggiore a far bene.
I problemi fisici oggi sono un ricordo, a livello lavorativo sicuramente il tutto ha avuto i suoi effetti, però sono quì più forte di prima e motivato come non mai.
In questi mesi ho potuto contare sull'affetto e sul supporto non di tantissime persone, ma sicuramente di quelle giuste che mi hanno aiutato tantissimo non solo nel morale.
Se oggi sono quì a scrivere è anche per loro.
Il lavoro è ripartito con tante novità.
L'aver perso un marchio sul quale io e tutte le persone coinvolte nella mia attività, abbiamo investito 4 anni di lavoro, tempo, denaro; per giunta per motivi veramente futili è stato ampiamente compensato con l'arrivo di un marchio nuovo che rappresenta a pieno la filosofia e l'immagine della mia azienda.
Sicuramente questo ha causato dei disagi, molti dei miei clienti (prima o poi scriverò qualcosa in merito ai negozi...) capita la situazione, hanno reagito e continuano a credere in me e nei miei collaboratoi.
Altri, quelli che si "accontentano" di capire quello che viene loro più comodo e facile da capire, per quest anno ci hanno tagliato fuori.
Quello che so è che in questi anni, a differenza di tante realtà in sofferenza, noi siamo sempre cresciuti.
Sotto tutti i punti di vista, fatturato, immagine, reputazione e chi più ne più ne metta.
Dispiace però vedere come siano cambiati i modi di fare affari, almeno nel mio settore.
La crisi economica che sta colpendo il nostro paese sta portando le persone a prendere le decisioni più disparate, nell'ottica di una soluzione immediata.
La verità è che da una crisi di queste proporzioni, non si esce schioccando le dita; per uscirne ci vorranno anni e gli sforzi da parte di tutti.
Ogni giorno apprendo di negozi che chiudono, in ogni singola regione; negozi di recente apertura, ma anche negozi con anni di storia alle saplle.
Al tempo stesso, trovandomi in piena campagna vendita, mi ritrovo a ricevere determinate richieste che definire assurde è poco.
Molta gente pensa che uscire dalla crisi significhi trovare il miglior "mark up" ovvero il margine di ricarico migliore che in pura teoria dovrebbe significare "guadagno".
Non è proprio così.
Ci sono marchi che danno margini alti, alcuni che danno margini più bassi.
La verità è che molta gente, purtroppo la stragrande maggioranza, pensa che avere un negozio significhi ripempirlo di prodotti che alla fine si vendano da soli...
Non è proprio così.
Ci sono dei marchi che almeno nel mio settore principale, quello dei boardsports, sono oramai consolidati da anni e che di conseguenza possono permettersi investimenti massicci in termini di marketing e comunicazione.
Ci sono però nuovi marchi, che si stanno affacciando ora sul mercato, che non ambiscono certo a diventare la nuova Quiksilver o la nuova Volcom; semplicemente cercano di offrire un'alternativa, in termini di immagine, in termini di prodotto, in termini di filosofia...
E' chiaro che questi prodotti non possano avere dei numeri mostruosi alla prima stagione, ma tra questi ci sono anche dei prodotti che proprio per lo sforzo di chi li propone finiscono con l'avere delle performance commerciali superiori ai big brands.
Basta crederci.
Il mercato italiano è un mercato di per sè asfittico.
Fatto di finta ricerca, finta programmazione degli acquisti; da sempre il mercato italiano rappresenta forse una delle realtà più difficili nella quale operare.
Un mercato troppo suscettibile all'immagine, che poco guarda alla qualità e si lascia condizionare solo da tesimonials, pubblicità, ecc.
Nessuno conosce la soluzione al problema e questa non si trova dentro una palla di vetro in possesso solo di alcuni eletti.
La soluzione va trovata tutti insieme.
Personalmente auspico un confronto serio con tutti i soggetti presenti nel mercato:
produttori;
distributori;
agenti;
negozianti
Tutti insieme seduti ad un tavolo, a parlare di cosa va, cosa no, cosa andrebbe cambiato, cosa migliorato, cosa tagliato.
La cosa importante è quella che una volta decise le strategie, TUTTI le rispettino.
Forse è utopia.
A me è stato insegnato che solo dal confronto nascono le migliori idee.
Le polemiche non portano a nulla.
Quello che conta è il lavoro, di tutti, nel rispetto di tutti....
mercoledì 10 marzo 2010
I perché
Perchè ho voluto creare questo blog?
Non lo so.
Forse per sfogare per iscritto quelle che sono le mie passioni, le mie delusioni, i miei rancori ed ancora i miei interessi.
Avere 35 anni, sposato, 1 figlia e gestire una socità di distribuzione non è la cosa più facile del mondo, ma al tempo stesso è un'avventura esaltante.
Al momento credo che utilizzerò questo spazio per dare uno sfogo al mio cervello.
Parlerò del mio lavoro, dei miei interessi dei perchè e del per-come...
Anche le immagini parleranno del mio mondo.
Un mondo fatto di boardsports, affari, passioni, incazzature e tutto il resto.
Uno dei miei idoli giovanili, ha tatuato: Built for Speed, born to ride.
E' diventata la mia filosofia di vita.
Enjoy!
Non lo so.
Forse per sfogare per iscritto quelle che sono le mie passioni, le mie delusioni, i miei rancori ed ancora i miei interessi.
Avere 35 anni, sposato, 1 figlia e gestire una socità di distribuzione non è la cosa più facile del mondo, ma al tempo stesso è un'avventura esaltante.
Al momento credo che utilizzerò questo spazio per dare uno sfogo al mio cervello.
Parlerò del mio lavoro, dei miei interessi dei perchè e del per-come...
Anche le immagini parleranno del mio mondo.
Un mondo fatto di boardsports, affari, passioni, incazzature e tutto il resto.
Uno dei miei idoli giovanili, ha tatuato: Built for Speed, born to ride.
E' diventata la mia filosofia di vita.
Enjoy!
Iscriviti a:
Commenti (Atom)